Ed eccoci a Rossana, un Borgo dal nome dolcissimo (senza alcun riferimento alle famose e gustose caramelle) sul cui toponimo si può aprire un dibattito.
Prima di passare alla storia di Rossana e del territorio, evidenziamo la sua posizione geografica: sul lato destro del Varaita in posizione protetta, decentrata e proiettata verso la Val Maira lungo una strada che conduce a Busca; un luogo di comodo transito tra le due valli.
Se aprite Google Earth noterete la particolarità della sua posizione e l’importanza strategica del Borgo.
E veniamo alla storia del territorio che riprende nella sua totalità la storia della Val Varaita con una piccola parentesi legata al Marchesato di Busca.
Dal VI secolo a.C. il territorio fu popolato da Liguri della Tribù detta dei “Capillati” che, fondendosi in seguito con Tribù Celtiche provenienti dalla Gallia diedero origine al ceppo Celto-Ligure; sottomesso dai romani nel II secolo a.C.
Alla caduta dell’Impero Romano d’Occidente il territorio fu invaso da Barbari Goti, Ungari e Galli cui seguirono, nel VI secolo , i Longobardi che furono sconfitti dai Franchi di Carlo Magno nel 773 alla Battaglia delle “Chiuse Longobarde” in Val di Susa.
Nel IX secolo, l’indebolirsi del Regno Franco a causa delle lotte intestine per la successione, aprì i territori Franchi alle invasioni Saracene.
Dopo la loro sconfitta, nel 998 con un Diploma dell’Imperatore Ottone III, tutta la Valle, che all’epoca era compresa nella Contea di Auriate, fu ceduta alla giurisdizione della Diocesi di Torino sotto il dominio della Marca Arduinica di Torino.
In un periodo di confusione sociale e politica, si formarono numerose comunità sottomesse a Vescovi o infeudate a Signori locali.
La dissoluzione della Marca Arduinica a seguito della morte della Margravia Adelaide di Susa nel 1091, fece sì che l’Aleramico Marchese di Savona, Bonifacio Del Vasto estendesse i suoi domini sui territori Arduinici del basso Piemonte e, poco prima della sua morte e per evitare devastanti lotte di successione, Bonifacio decise di suddividere i propri territori tra i figli che originarono i Marchesati di Savona, Del Carretto, Busca, Lancia, Incisa, Saluzzo, Ceva, Clavesana e Cortemilia.
Pertanto, a far data dal XII secolo la Valle Varaita passò sotto il controllo del Marchesato di Saluzzo fino al 1210 quando, a seguito di accordi con Beatrice Duchessa di Borgogna e Contessa D’Albon la valle fu divisa in due: la parte a monte, fino a Sampeyre, controllata dal Delfinato, la parte a valle sotto il dominio dei Saluzzo.
Al contrario degli altri Borghi della Valle, Rossana passò sotto il controllo dei Marchesi di Busca e più precisamente di Berengario nipote di Bonifacio in quanto il padre Guglielmo morì prima della suddivisione dei territori.
A Berengario succedette il Figlio Guglielmo II e, infine l’Ultimo dei Marchesi, suo Figlio Enrico che dovette cedere il Marchesato a Tommaso I Marchese di Saluzzo pronipote di Bonifacio Del Vasto.
Da Oddone, fratello di Guglielmo II, discesero i signori di Rossana a seguito dell’infeudazione avuta da Berengario Marchese di Busca.
Rossana resterà dominio del Marchesato di Saluzzo fino al 1549 quando fu sottomesso prima al Ducato di Savoia e, in seguito al Regno di Francia.
Con la “pace di Lione” del 1601 insieme a tutto il territorio della bassa Val Varaita passerà definitivamente ai Savoia che acquisiranno la restante parte della Valle con il trattato di Utrecht del 1713.
Dopo la restaurazione post-Impero Napoleonico e il Risorgimento, il Borgo e tutto il territorio saranno annessi definitivamente al Regno d’Italia.
Ed ora parliamo del toponimo: è consolidata la formazione dall’aggettivo latino “Roscianus” derivante dal nome della famiglia gentilizia dei “Roscius” con riferimento a un cittadino romano della “Gens Roscia” destinatario di un “Fundus” nel luogo in cui, in seguito, sorgerà un Borgo.
Come cita il sito Comunale: si passò dalla declinazione maschile al femminile con il probabile riferimento al sostantivo “Villa o Cohors Rosciana”.
Io voglio aggiungere una mia deduzione sull’origine del toponimo legata ai Liguri poi Celto-Liguri e con riferimento alla posizione geografica “particolare” del Borgo. Innanzitutto, spieghiamo in breve la religiosità dei Liguri e dei Celto-Liguri: la loro religione era caratterizzata da riti e culti legati alla natura soprattutto con riferimento a Vette, Passi e Valichi; in prossimità di questi luoghi erano erette delle “Are” o “Tumuli” di culto che, nel tempo, assumevano la caratteristica di veri e propri santuari di pellegrinaggio votivo.
Il Borgo di Rossana era indubbiamente installato su un importante valico utilizzato per gli spostamenti tra le valli Varaita e Maira e, soprattutto, per la transumanza dei capi di bestiame. A lungo andare e nel tempo, questo luogo divenne un punto di riferimento religioso cui, sicuramente, gli abitanti diedero il nome “Celto-Ligure” di “Rath (Tumulo) Shan (Vecchio)” che suona “ Ra(h)shan” (con la prima h aspirata).
Ripeto, è una mia interpretazione seguendo tracce storiche e ritualità delle prime popolazioni abitanti il territorio.
Il Borgo è bellissimo nei suoi silenzi e nelle sue strutture architettoniche che, soprattutto attorno alla Parrocchiale dell’Assunta, riflettono ancora la loro aurea medievale.
Dall’alto della collina i ruderi dell’antico castello guardano il Borgo con aria di malinconia ricordando il suo sfarzo e la sua importanza.
Nato come fortilizio di difesa, nel XVI secolo fu adibito ad abitazione gentilizia e semidistrutto da Tommaso di Savoia nella guerra contro la cognata Madama Reale Cristina di Borbone-Francia.
Ristrutturato, fu ceduto alla Famiglia Gazelli e, in seguito, abbandonato definitivamente.
Fu donato dall’ultima discendente al Comune di Rossana all’inizio degli anni ’90 del secolo scorso.
Tra i discendenti della famiglia Gazelli è annoverata Paola Ruffo Gazelli di Rossana e di Calabria che è stata Regina del Belgio dal 1993 al 2013 avendo sposato Re Alberto II.
La parte del leone architettonico la fa la Parrocchiale dell’Assunta, una Chiesa meravigliosa datata del XIII secolo ma, sicuramente, strutturata sopra un preesistente edificio religioso del X-XI secolo.
In stile Gotico Piemontese, contiene affreschi dei Fratelli Biazaci di Busca, Pittori Itineranti; affreschi che contengono un particolare simbolismo.
Il Portale e la facciata sono un capolavoro artistico.
Lungo tutto l’asse del Borgo, sono presentati ventidue edifici storici attraverso delle meravigliose e istruttive targhe che ne raccontano la storia.
La salita che porta ai ruderi del Castello, una piacevole scarpinata do 30/40 minuti, tutta interna a un favoloso e magico bosco, è costellata da pannelli indicanti i nomi e le caratteristiche degli alberi e sagome di legno che rappresentano gli animali che vivono nei boschi del territorio.
La prima domenica di Ottobre, nel Borgo è organizzata la “Sagra della Castagna e del Fungo” da non perdere assolutamente.
Voglio ringraziare di cuore Stefania, proprietari del “Il Forno” per la piacevole chiacchierata a carattere storico che abbiamo intavolato soprattutto sull’origine del toponimo e per le mirate indicazioni urbanistiche che mi ha fornito. La sua Pizza, la sua Focaccia e il Pane sono stati un cibo da “Divinità”. Grazie.
Cosa dire di più se non di invitarvi a visitare questo Meraviglioso Borgo che offre anche bellissimi sentieri escursionistici da compiere a piedi o in MTB?
Non mancate di visitarlo approfittando della “Sagra della Castagna e del Fungo”